Custodia di una pianta forestale: Farnia, Quercus robur

Iniziativa intitolata “Custodiscimi” e promossa dal progetto “Forestami”

Ad inizio di quest’anno ho partecipato ad un’iniziativa intitolata “Custodiscimi”. Il progetto, chiamato con il nome “Forestami”, prevede la messa a dimora di 3 milioni di alberi entro il 2030 a Milano e nei Comuni limitrofi.

Questa iniziativa è promossa da diversi attori locali: Città Metropolitana di Milano, Comune di Milano, Regione Lombardia, Parco Nord Milano, Parco Agricolo Sud Milano, ERSAF (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste), Legambiente, Fondazione Deloitte e Fondazione di Comunità Milano.

Verso la fine di Febbraio sulle pagine social del progetto “Forestami” veniva promossa l’iniziativa di poter adottare gratuitamente una piccola piantina forestale per 8 mesi (Primavera – Autunno 2022) per poi restituirla. Subito decisi di aderire a questa proposta per poter curare una pianta. C’era la possibilità di poter prendere in affido anche due o tre piantine forestali.

Non era la prima volta che custodivo una pianta per delle associazioni: avevo già fatto qualcosa di simile all’inizio dell’Autunno 2021. Qui sotto due righe sulla mia prima esperienza.


Avevo curato per un paio di settimane una piccola pianta per conto dell’associazione “Soulfood Forestfarms Hub Italia” che opera anche nel mio quartiere.

In quell’occasione non erano state fornite particolari indicazioni dato che la pianta aveva già sviluppato l’apparato fogliare.

Bisognava restituirla il 10 Ottobre 2021 presso il Parco della Vettabbia situato nel Parco Agricolo Sud Milano.

Figura 1: Piantina curata per l'associazione "Soulfood Forestfarms Hub Italia" (Foto personale, 2021)
Figura 1: Piantina curata per l’associazione “Soulfood Forestfarms Hub Italia” (Foto personale, 2021)

Dopo questa breve parentesi ritorniamo alla pianta che ho custodito quest’anno.

Le settimane successive alla mia adesione, i principali Enti coinvolti in questo progetto avevano indicato l’esaurimento delle iscrizioni in pochi giorni. Ad inizio Marzo era stato indicato il giorno del ritiro delle piante, nel weekend del 19 e 20 Marzo, ed anche le tipologie arboree scelte dagli agronomi:

  • Ciliegio, Prunus avium;
  • Farnia, Quercus robur;
  • Olmo bianco / Olmo ciliato, Ulmus laevis Pallas;
  • Pado / Ciliegio a grappoli, Prunus padus.

Se ti interessa nel dettaglio la descrizione di ogni singola scheda delle quattro specie, le puoi trovare tutte a questo link. Per ogni pianta sono indicate le caratteristiche ed alcune curiosità.

Domenica 20 Marzo mi ero recato presso una Cascina del mio quartiere dove era stato allestito il punto di raccolta delle piante. Mi era stato consegnato un sacchetto che conteneva una piccola Farnia (Quercus robur) dell’altezza di circa 30-40 centimetri in una zolla da piantare all’interno di un vaso di plastica. Le dimensioni del vaso erano di circa 15 centimetri. Inoltre, erano presenti un piccola confezione di terriccio per piante comuni, un sottovaso ed ovviamente la scheda della pianta.

Lo stesso giorno della consegna avevo messo subito a dimora la mia pianta. Oltre ad acqua in abbondanza per far ambientare la piccola Farnia nella sua nuova casa, avevo aggiunto i mia iniziativa dell’argilla espansa.

Nel giro di una settimana il rametto principale della mia piccola Quercia, mostrava già le prime gemme. Un aspetto che avevo subito notato era stata la rapida crescita del fusto principale. Infatti, dopo le prime foglioline, piano piano ne erano cresciute delle altre soprattutto alla sommità della pianta.

Figura 2: Sacchetto che mi era stato consegnato il 20 Marzo e le prime gemme in fiore qualche settimana dopo (Foto personali, 2022)
Figura 2: Sacchetto che mi era stato consegnato il 20 Marzo e le prime gemme in fiore qualche settimana dopo (Foto personali, 2022)

Per diverse settimane, quindi all’incirca tutto il mese di Aprile ed anche i primi giorni di Maggio, avevo tenuto la pianta sempre nella stessa posizione del mio balcone. Ad Aprile le temperature erano ancora nella media del periodo e la piccola Quercia non aveva bisogno di grandi innaffiature.

Durante il mese di Maggio decisi di spostare la pianta dalla sua posizione originaria in un altro punto del mio balcone. per posizionarla più in basso. La mia scelta era dovuta per far prendere alla pianta più luce solare.

Nel complesso la Quercus robur stava crescendo bene: la maggior parte delle foglie erano concentrate sempre sulla sommità del fusto e tutte le foglie avevano un bell’aspetto.

Figura 3: La Quercia a fine Maggio con i dettagli delle foglie giovani (Foto personali, 2022)
Figura 3: La Quercia a fine Maggio con i dettagli delle foglie giovani (Foto personali, 2022)

Dalla metà di Maggio le temperature avevano iniziato ad aumentare con un clima già oltre la media stagionale. La Quercia inizialmente non mostrava segni di sofferenza.

La crescita in altezza si era fermata, ma la pianta dopo le prime settimane del mese di Giugno dava alcuni segnali sulle foglie. Su alcune di essere erano comparse delle macchie marroni ed una foglia in particolare aveva la pagina superiore appiccicosa.

Figura 4: Farnia a metà Giugno con alcune foglie attaccate dal fungo parassita (Foto personale, 2022)
Figura 4: Farnia a metà Giugno con alcune foglie attaccate dal fungo parassita (Foto personale, 2022)

Come tutte le piante giovani, anche la mia Farnia era stata colpita da un fungo. Si trattava dell’oidio, chiamato anche “mal bianco”. Nei giorni successivi a quando avevo visto per la prima volta alcune foglie colpite da questa malattia, decisi di contattare per mail ad uno degli Enti del progetto (ERSAF – Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste) il quale in questi mesi si è occupato di fornire consulenza per eventuali dubbi sulla custodia delle piante.

Dopo una settimana dalla mia mail avevo ricevuto la risposta da parte di ERSAF. Mi era stato consigliato di usare dei metodi naturali per far sparire il fungo dalla pianta: miscele di acqua ed aceto oppure acqua e latte da nebulizzare sulla pagina superiore ed inferiore delle foglie.

Scelsi l’alternativa dell’acqua e latte. Dopo diverse applicazioni tramite un nebulizzatore, il problema del fungo in parte lo avevo risolto: ovvero l’oidio non si stava espandendo su tutte le altre foglie. Per sicurezza avevo rimosso le foglie malate. Ma con l’avanzare di Giugno e con l’inizio dell’Estate la mia piccola pianta aveva iniziato a soffrire le temperature troppo elevate.

Durante il mese di Luglio la mia Quercia, oltre ad una richiesta di acqua come minimo di due volte al giorno, iniziò purtroppo ad essere molto sofferente per le temperature da record di quest’estate. Alcune foglie iniziarono a cadere, ed anche se decisi di spostare la pianta nel punto più fresco del balcone, alla fine di Luglio la pianta era spoglia di tutte le sue belle foglie che aveva.

A questo punto non potevo buttare la pianta (gesto che di solito non faccio mai) e non potevo neanche contattare per mail l’Ente ERSAF per spiegare tutto il problema visto che ormai era inizio Agosto.

Pochi giorni prima della mia assenza estiva dalla città, decisi di ricollocare la pianta, ormai priva di foglie, nella posizione di inizio Marzo. Al mio ritorno a fine Agosto avevo notato che le foglie stavano ricrescendo: non sulla sommità ma alla base del vaso.

Figura 5: Pianta con le nuove foglie a fine Agosto (Foto personali, 2022)
Figura 5: Pianta con le nuove foglie a fine Agosto (Foto personali, 2022)

Con l’inizio dell’Autunno, non ci fu un’ulteriore crescita di foglie e quelle che si vedono nella foto sopra rimasero sulla pianta fino a metà Ottobre circa.

Sabato 12 Novembre era arrivato il momento della restituzione della mia pianta in uno dei punti di raccolta presso la stessa Cascina dove ero stato a Marzo per il ritiro. Lasciai a dei volontari la mia pianta che poi fu posizionata insieme alle altre.

Alcune piccole considerazioni di quest’esperienza.
Durante i mesi estivi di custodia della pianta, secondo me ci doveva essere un pochino di comunicazione in più sulle pagine social da parte dei promotori. Non solo i classici “video istituzionali” con sorrisi dove si indicavano nozioni basilari per curare le piante in estate: quindi dare acqua abbondante. Serviva una comunicazione più efficace visto che dove vivo io ad inizio di Maggio c’erano temperature che di solito si riscontrano a fine Giugno.
Il giorno della riconsegna, dopo aver lasciato la mia piantina, era stata ammassata senza cura insieme alle altre da parte dei volontari preposti alla raccolta. Forse poteva esserci un pochino di empatia in più o chiedermi se la mia Quercia aveva avuto dei problemi, ma invece nulla: è come se avessi consegnato un sacchetto dei rifiuti da smaltire. Invece, a Marzo sempre nello stesso luogo dove avevo ritirato la Farnia, i volontari di quel weekend si erano intrattenuti di più con i futuri custodi delle piante.
Il mese scorso uno degli Enti aveva organizzato una piantagione collettiva delle piantine curante durante questi mesi ma non sono riuscito ad andarci. Nel Novembre 2021 avevo partecipato ad una piantagione collettiva nel Comune di Cormano (situato a nord della mia città), con diverse specie di piante già pronte. In una futura iniziativa come questa, sarebbe bello che chi si prende cura della pianta, sia lui stesso ad effettuare la piantagione quindi evitando i vari punti di raccolta. 
Le schede delle piante, così come quella che ho io (la tengo conservata come ricordo), oltre alla descrizione, non suggeriscono in maniera esaustiva la quantità d’acqua che una pianta giovane ha bisogno. Forse un’indicazione mese per mese sarebbe stato sufficiente.

In conclusione è stata un’esperienza che ho apprezzato molto anche se ci sono stati alcuni piccoli problemi. Se l’iniziativa verrà ripetuta anche nel 2023 parteciperò sicuramente.

Pubblicità

32 pensieri su “Custodia di una pianta forestale: Farnia, Quercus robur

  1. Ma che modi, quei custodi! Le piante sono esseri viventi, come fanno a trattarle così? Oltre che più cura, dovrebbero avere anche più amore a quel che fanno.

    Il ritmo del pezzo mi è piaciuto molto: sembra proprio la narrazione di una storia dal titolo: La piccola Farnia. Complimenti, Gianluca.

    L’iniziativa è molto bella, sì. Ma son piante che dovrebbero essere dimorate in pieno terreno e con altre piante… lo smog che inevitabilmente “respirano” sui balconi penso non giovi al loro sviluppo.

    Piace a 1 persona

    • Grazie per il commento Caterina. Infatti, ho voluto usare uno stile di scrittura un pochino diverso dal solito rispetto ai miei classici articoli.

      A pensarci dovevo restituire la mia pianta in un altro punto di raccolta.

      È un’iniziativa molto carina anche se come effettivamente mi hai scritto tu, le piante tra inquinamento, temperature troppo alte sono molto stressate.

      Piace a 1 persona

    • Grazie tanto per il commento Elena!
      In questi 8 mesi ci ho messo tutta la passione per la natura che mi porto dietro da anni 🌱
      Spero che i “severi giudici” del progetto non abbiano scartato la mia piantina sofferente.

      "Mi piace"

    • Se lo hanno fatto, hanno sbagliato di grosso; la tua piantina ha tutti i presupposti per radicare bene in terreno sciolto, non ti preoccupare. Il fatto che abbia emesso gemme alla base significa solo che sta sostituendo le parti aeree seccate durante l’estate. Ma se germoglia e fotosintetizza, significa che vive e sta bene.

      Piace a 1 persona

    • Spero di no anche se non lo saprò mai perché come ho scritto, la mia piccola Farnia è stata messa insieme alle altre piante.

      Sulle radici da una mia osservazione, non sono mai uscite dal vaso, quindi credo che siano cresciute bene.

      Quando ha ripreso a crescere a fine Agosto con nuove gemme alla base e non sulla sommità un pochino sono rimasto sorpreso perché la base del fusto non ha avuto foglie in Primavera, quindi pensavo ad una sofferenza più prolungata. Poi sempre a fine Estate, il processo di ricrescita è stato molto lento rispetto alle prime gemme di Marzo.

      C’è anche da dire che è la prima volta che curo una piccola Quercia: è molto diverso rispetto alle classiche piante da fiore per balcone o anche quelle specie che di solito si curano in casa.

      Piace a 1 persona

    • Non devi preoccuparti; una pianta che reagisce è una pianta che ha la forza di radicare e questo è tutto quello chele serve per poter poi emettere nuovi germogli. E’ normale che dopo uno stress la crescita sia rallentata; le piantine che escono dai vivai sono spinte anche in termini ormonali, con sostanze apposite, sia per favorirne la radicazione che il germogliamento. In natura tutto avviene in modo molto più lento e naturale. Le querce poi non soffrono molto la carenza d’acqua, tutt’altro; semmai soffrono se sono troppo bagnate. L’oidio può verificarsi per una condizione di eccessiva umidità, più che di carenza d’acqua e questo vale per tutti i funghi. La cosa peggiore per una pianta è il marciume radicale dovuto a troppa acqua (accade a quelle piante che dopo esondazioni si trovano all’improvviso in luoghi troppo umidi e/o paludosi. IN quel caso la pianta viene letteralmente “soffocata” dall’acqua che non permette più l’areazione delle radici. Per questo è bene conoscere le schede botaniche delle varie piante, quando ci si deve prendere cura di loro. Una pianta che cresce in suoli sciolti e secchi, non necessita di molta acqua; viceversa, una pianta tipica delle zone riparie, come il salice, ad esempio, necessita e tollera bene l’acqua. Poi è pacifico che se una pianta è in sofferenza per qualsiasi motivo, funghi e parassiti arrivano allegri. SE ci fai caso le querce vivono in boschi anche poco fertili, con substrati a volte al limite, come avviene per la roverella. Una farnia se arriva ad un’età adulta ci pensa da sola a crearsi il substrato necessario per la sopravvivenza., attraverso la fertilizzazione del terreno tramite le sue stesse foglie in decomposizione. Le piante hanno mille risorse. 🙂

      Piace a 1 persona

    • Sulle piante dei vivai so che sono molto pompate o addirittura drogate.
      E questa cosa la noto quando in Primavera compro dei fiori nuovi che durano circa un mese, poi quando sbocciano quelli nuovi sono diversi.

      Pensa che grazie alla cura di questa pianta ho riconosciuto delle giovani Querce in un parco vicino casa. Ho memorizzato la forma delle foglie.

      L’oidio non è la prima volta che mi capita: spesso sul mio balcone vengono colpiti i vasi delle Belle di notte (Mirabilis jalapa) ma senza provocare danni evidenti.

      Sul marciume radicale nel corso di diversi anni anch’io ho imparato dai miei errori ed ora o metto il dito dentro la terra o controllo con un bastoncino.
      Il problema del marciume c’è anche quando si compra una pianta nuova visto che oltre ad essere drogate, le piante dei vivai o supermercati sono sempre inzuppate.

      Vero, le Querce vivono in territori molto diversi rispetto ai centri urbani delle nostre città. Sulle proprietà Quercia, qualcosa c’è scritto nella scheda che avevo ricevuto e che è disponibile in un link a metà articolo.

      Piace a 1 persona

    • Bene, io non potrei farne a meno… nel senso che se mi allontano dai boschi, letteralmente mi manca l’aria. In estate organizzo delle escursioni, per chi ne vuole sapere di più in termini anche profondi e spirituali, oltre che botanici sul mondo delle piante. Se ti interessa, mi torvo sul mio blog.

      Piace a 1 persona

  2. Io ho il pollice “nero”: nessuna piantina, seppure amata e coccolata, riesce a resistermi.
    Non ci so fare, credo che non è che muoiano, temo si suicidano proprio.
    Nemmeno le piante grasse riescono a sopravvivere, sotto le mie cure.

    Complimenti a te.

    Io mi sarei commosso nel renderla.

    Piace a 1 persona

    • Sai Andrea, anch’io fino a 10 anni fa non ero molto esperto nella cura delle piante, osservavo e basta.

      Forse il segreto è magari iniziare a curare una pianta facile facile.

      Un pochino mi è dispiaciuto lasciarla perché comunque 8 mesi sono tanti, l’avrei tenuta anche per un anno.

      Grazie per i complimenti e per il commento!

      Piace a 1 persona

  3. Da ogni singola parola di questo articolo traspare l’attenzione e la cura che metti in ogni cosa che fai. Inclusa la tua dedizione a questa bella piantina che ti è stata affidata mesi fa. Bravo Gianluca ! Continua così. Sempre 😊🌱

    Piace a 1 persona

    • Grazie per il commento Serena! Ci metto sempre tanta passione e cura nei confronti della natura che mi circonda e sulle piante. Questa esperienza l’ho vista come una novità sia per la specie mai curata ma anche perché non ho mai curato per così tanto tempo una pianta per altri.

      "Mi piace"

    • Grazie per il commento Malina!
      A pensarci qualche anno fa neanch’io avrei pensato che un giorno alcune associazioni avrebbero organizzato un evento per curare delle piante do media grandezza per 8 mesi.

      Non ho mai sentito il geocaching

      "Mi piace"

  4. Ciao Gianluca, al di là del tuo super post che -come sai- trovo sempre super dettagliato ed entusiasmante da leggere, con un po’ di ritardo volevo augurarti un florido 2023 ✨
    Buona serata, di cuore🌻🌺

    Piace a 1 persona

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.