Alcune tradizioni del Natale

4 tradizioni scritte insieme alla mia amica Sara Lomi: l’Albero di Natale, il Presepe, i Mercatini di Natale ed il Panettone

ALBERO DI NATALE

L’origine dell’Albero di Natale risale a molto tempo fa. Una prima rappresentazione è del 1441 in Estonia, a Tallinn. 🇪🇪 Nella Raekoja plats, la Piazza del Municipio, 🏢 veniva celebrata una cerimonia dove i giovani danzavano davanti ad un grande abete in cerca della propria anima gemella. 🌲💞 Una tradizione simile fu ripresa in Germania 🇩🇪 nel 1570. Nella città di Brema un albero veniva decorato con mele, noci, datteri e fiori di carta.

Nel Medio Evo iniziò a diffondersi la tradizione degli “Adam und Eva Spiele”, “i Giochi di Adamo ed Eva”. Veniva riproposto nelle chiese la ricostruzione dello scenario del Paradiso Terrestre con alberi da frutta, 🌳 i quali rappresentavano in antichità il simbolo dell’abbondanza. La tradizione era celebrata il 24 Dicembre. Successivamente gli alberi da frutto vennero progressivamente sostituiti da abeti. 🌲

La tradizione dell’Albero di Natale 🎄 rimase per diverso tempo un’esclusiva dei Paesi a nord delle Alpi 🏔️ come, ad esempio, nella regione della Renania in Germania. 🇩🇪 Nei Paesi che professavano la religione cattolica, l’Albero di Natale non veniva considerato, anzi, era un simbolo protestante. Una timida diffusione iniziò durante l’Ottocento dopo il Congresso di Vienna svolto tra il 1814 ed il 1815. 🇦🇹 Proprio nella città dove scorre il fiume Danubio, l’anno successivo alla fine del Congresso, la Principessa Henriette Alexandrine Friederike Wilhelmine von Nassau-Weilburg decise di addobbare un grande abete a tema del Natale. 🕯️

Successivamente l’Albero di Natale si diffuse in altri Stati sempre a nord delle Alpi. Alla metà del XIX Secolo, in Gran Bretagna, 🇬🇧 il Principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, consorte della Regina Vittoria, decise di introdurre un Albero di Natale nelle residenze di corte 👑 siccome era originario dell’antico Stato storico di Sassonia-Coburgo 🇩🇪 oggi situato in Germania. Da lì in avanti l’Albero di Natale si diffuse in tutti i territori della Gran Bretagna.

La Regina Margherita Maria Teresa Giovanna di Savoia, nella seconda metà dell’Ottocento fece addobbare un grande Albero di Natale al Palazzo del Quirinale 🎄 Prima dell’unificazione del Regno d’Italia non c’era ancora questa consuetudine.

Oggi addobbare l’albero è diventato un vero e proprio fenomeno di costume. Negli Stati Uniti d’America 🇺🇸 ed in Gran Bretagna 🇬🇧 sia l’Albero ma anche l’atmosfera natalizia inizia con la fine dell’Halloween quindi nei primi giorni di Novembre.

In Italia, la tradizione più comune prevede che l’Albero di Natale ed il Presepe si preparano l’8 Dicembre, ovvero il giorno dell’Immacolata Concezione. Ci sono anche due variazioni su questa data: a Milano e nei Comuni limitrofi l’Albero viene addobbato il 7 Dicembre durante la Festa di Sant’Ambrogio che è patrono di Milano.

Video 1: Albero di Natale in Piazza del Duomo a Milano (Video di Gianluca Brescia, 2021)

A Bari, invece, l’Albero viene preparato un giorno prima rispetto a Milano, quindi durante la giornata della Festa padronale di San Nicola.


PRESEPE

Già a partire dal III-IV secolo D.C. vi era l’usanza di raffigurare la scena della natività attraverso dipinti o iscrizioni simboliche, ritrovati nelle catacombe.

È tuttavia in epoca medievale che la tradizione del presepe come simbolo di cristianità affonda le sue origini. San Francesco d’Assisi, nel 1223, di un ritorno da un viaggio in Terra Santa, colpito dalla città di Betlemme, decise di riproporre la nascita di Gesù ambientandola a Greccio, cittadina laziale nota per il santuario e l’eremo fondati dal santo stesso.

Qui, egli decise di raffigurare la natività all’interno di una grotta, e vi condusse un bue ed un asino, quasi a voler riprendere l’immagine della mangiatoia (il termine “presepe” deriva dal latino “praesaepe” che indicava proprio la “mangiatoia”). Il popolo accorse e senza volerlo diede origine al primo presepe vivente della storia.

Sulle orme del primo presepe francescano, nelle chiese iniziarono a comparire i primi dipinti raffiguranti la nascita di Cristo ascrivibili ad artisti come Giotto, Botticelli e Piero della Francesca. Essi avevano anche uno scopo didattico-culturale, poiché esplicativi della dottrina cristiana della popolazione analfabeta.

La tradizione del presepio, iniziò in seguito a diffondersi in tutta Italia, dando vita a differenti rappresentazioni figurative e raggiungendo la massima espressività artistica nel napoletano, dove le famiglie più nobili dell’epoca quasi si “sfidavano” per realizzare presepi sempre più sfarzosi e con materiali preziosi e ricercati, esibendoli in occasione di ricevimenti e feste private.

Figura 1: Rappresentazione del Presepe (Foto di Sara Lomi)
Figura 1: Rappresentazione del Presepe (Foto di Sara Lomi)

Oggi il presepe, inteso come simbolo cristiano, è diffuso in tutti i paesi cattolici del mondo e accompagna le festività natalizie per tradizione fino al 6 gennaio, giorno dell’epifania.

Figura 2: Presepe illuminato (Foto di Sara Lomi)
Figura 2: Presepe illuminato (Foto di Sara Lomi)

MERCATINI DI NATALE

I Mercatini di Natale sono quei luoghi che ci “scaldano” in vista delle festività natalizie. Le piazze delle grandi città, delle realtà montane e dei borghi sparsi sia in Italia che di altri Paesi, si riempiono di piccole casette di legno caratteristiche appunto della geografia delle Alpi. 🏔️

La tradizione nasce nel Medio Evo e precisamente nel XIV Secolo nelle aree geografiche che oggi conosciamo con i nomi di Germania ed Austria. 🇩🇪🇦🇹 All’epoca i Mercatini si svolgevano durante la ricorrenza di San Nicola, quindi nei giorni antecedenti e successivi al 6 Dicembre. Le date dello svolgimento rimasero immutate fino alla Riforma Luterana del 1517. Fu deciso di spostare la ricorrenza nei giorni più vicini alla nascita di Gesù. Anche il nome fu modificato, appunto per l’abbandono del culto dei Santi: da “Mercatino di San Nicola” diventò “Mercatino del Bambino Gesù” (“Christkindlmark”).

Successivamente i Mercatini hanno trovato sviluppo soprattutto nei territori alpini, 🏞️ ad esempio, il mercatino più antico della Francia si trova a Strasburgo: risale al 1570 ed è chiamato “Christkindelsmärik”. 🇫🇷

In Italia, i Mercatini si sono diffusi a partire dal 1991 grazie alla nascita del “Mercato di Natale” nella città di Bolzano. 🇮🇹 Pian piano anche altre località italiane hanno scoperto ed introdotto i Mercatini nelle proprie piazze soprattutto perché creano molto turismo culturale. 🏨🚠⛷️ Le casette di legno sono tornate ad essere quei punti che nel Quattrocento erano veri e propri mercati artigianali.

Se inizialmente queste piccole casette in legno rimanevano aperte fino alla Vigilia di Natale, oggi alcune località prolungano l’apertura al 1° Gennaio o in alcuni casi fino al 6 Gennaio. Nella città di Vienna, però, esistono due versioni ben distinte: “Mercatino dell’Avvento” fino alla Vigilia di Natale. Successivamente parte il “Mercatino di Capodanno”. 🎆

All’interno dei Mercatini vengono offerti diversi prodotti come, ad esempio, oggetti in legno, stoffe o ceramiche. Non mancano i prodotti gastronomici regionali e locali 🥩🍷🧀 ma anche qualche assaggio di altre culture soprattutto quelle delle comunità montane. 🥨🧇🫕

Figura 3: Mercatini nel centro storico di Milano nei pressi della Piazza del Duomo (Foto di Gianluca Brescia, 2021)
Figura 3: Mercatini nel centro storico di Milano nei pressi della Piazza del Duomo (Foto di Gianluca Brescia, 2021)

Grazie ai Mercatini si ha la possibilità di immergerci per poco tempo in un momento di relax e tradizione storica con la possibilità di prendersi una pausa dalla vita quotidiana.

Figura 4: Prodotti gastronomici ai Mercatini nel centro storico di Milano nei pressi della Piazza del Duomo (Foto di Gianluca Brescia, 2021)
Figura 4: Prodotti gastronomici ai Mercatini nel centro storico di Milano nei pressi della Piazza del Duomo (Foto di Gianluca Brescia, 2021)

PANETTONE

Uno dei dolci caratteristici del periodo natalizio è il Panettone. Esso è presente sulle nostre tavole già a partire dai primi giorni di Dicembre. La sua nascita e le origini sono legate anche a tre diverse leggende.

Nella corte di Ludovico Maria Sforza, detto il Moro e Signore di Milano, siamo alla Viglia di Natale del 1495. Durante la preparazione dei pasti, il capo cuoco siccome era molto impegnato con i preparativi, chiese ad un giovane inserviente chiamato Toni, di poter sorvegliare alcune ciambelle che erano in forno. Egli mentre stava a guardare la cottura, ad un certo punto si addormentò e le ciambelle si bruciarono.

Il povero Toni impaurito dalla reazione del capo cuoco si ricordò di un dolce che aveva preparato diversi giorni prima per i suoi amici usando proprio gli scarti della preparazione delle ciambelle. Così decise di aggiungere all’impasto le uova, il burro, i canditi e l’uvetta.

Il nuovo dolce fu servito alle tavole dopo il dubbio iniziale del capo cuoco. Inizialmente sarà proprio lui a prendersi tutti i meriti della nuova creazione non rivelando a Ludovico il Moro che il dolce era stato preparato da Toni.

Successivamente a Milano si diffuse la verità sull’autore di questo nuovo preparato. I milanesi iniziarono a chiamare questo dolce con il nome dell’inserviente che lo aveva preparato, quindi “el pan de Toni”. Con il  tempo il nome cambiò appunto in panettone.

La seconda leggenda risale sempre al periodo storico di Ludovico il Moro a Milano. 📜

Il protagonista è Ughetto, il figlio del Signore di Milano Giacomo Atellani. Ughetto era molto innamorato della bella Adalgisa, figlia di un fornaio milanese del ceto basso. Gli Atellani erano però contrari alla relazione del figlio con Adalgisa perché il forno aveva una cattiva reputazione. Inoltre, la condizione economica della famiglia della giovane ragazza non era all’altezza secondo i canoni della famiglia Atellani.

Il giovane Ughetto per poter conquistare la ragazza, si fece assumere dal padre di Adalgisa al proprio al forno come aiutante. Un giorno il ragazzo decise di migliorare alcune rimanenze del pane aggiungendo burro e zucchero e cuocendole in forno.

Fu subito un grande successo tanto che Ughetto durante le preparazioni successive aggiunse all’impasto anche le uova e pezzetti di cedro candito. Tutti gli abitanti nelle vicinanze del forno apprezzarono molto questo nuovo dolce. La leggenda si conclude con il matrimonio tra Ughetto ed Adalgisa.

La leggenda successiva ha come protagonista una persona che ha lo stesso nome del racconto precedente ma al femminile. Nel dialetto milanese la parola “ughet” è uno degli ingredienti 📑 che oggi troviamo nel Panettone, ovvero l’uvetta.

La protagonista di questa terza ed ultima leggenda è la Suora Ughetta di un piccolo convento alle porte di Milano. Date le umili condizioni del monastero, durante un Natale decise di preparare un dolce aggiungendo al pane lo zucchero, il burro, l’uvetta ed il cedro.

Esiste però la vera storia del panettone ed è narrata dal Conte Pietro Verri nel suo volume dal titolo “Storia di Milano” del 1783. 📔 Il filosofo e scrittore milanese racconta un’usanza molto antica che si svolgeva a Milano durante il periodo del Natale. 🎄

Le grandi famiglie milanesi mettevano nei camini delle loro dimore un grosso pezzo di legno 🪵 addobbato con fronde e mele 🍏🍎 oltre ad essere bagnato con vino 🍇 e ginepro. Davanti al camino il capofamiglia spezzava dei grandi pani di frumento, cibo molto pregiato per l’epoca, da far assaggiare a tutta la famiglia. Il pane di frumento, nel tempo, sarà poi arricchito con il burro, lo zucchero e l’uvetta. Da questa tradizione ha origine il Panettone.

Questa abitudine delle famiglie milanesi abbienti verrà ripresa dalle “Corporazioni di arti e mestieri di Milano” nel 1395. Si decise che tutti i forni della città dovevano preparare questa nuova ricetta del pane di frumento per poterlo distribuire alle fasce meno ricche della popolazione. L’unico forno a non ricevere questo ordine fu il “Forno del Prestino dei Rosti”, il quale era molto frequentato dalla classe ricca milanese.

Oggi il Panettone, insieme al Pandoro, è uno dei dolci presente in ogni tavola durante il Natale. La forma che conosciamo è stata ideata dal pasticcere ed imprenditore Angelo Motta nel 1919 quando aprì il suo primo forno per la produzione artigianale di panettoni. Egli prese spunto dal dolce russo Kulìč (кулич), il quale viene consumato durante la Pasqua. Angelo Motta decise di avvolgere la base del Panettone nella “carta paglia”.

Il Panettone è presente in tantissime versioni: dal classico a quello senza canditi. Esistono anche molte versioni con l’aggiunta, ad esempio, di cioccolato, limone 🍋 o frutti di bosco. 🫐

Figura 5: Alcune tipologie di Panettone (Fonte: foto di Gianluca Brescia, 2016 + 2021)
Figura 5: Alcune tipologie di Panettone (Foto di Gianluca Brescia, 2016 e 2021)

A Milano esiste una tradizione che è quella di conservare una porzione del Panettone mangiato durante il pranzo di Natale. 🎅🏻☃️ La fetta conservata dovrà essere mangiata a digiuno il 3 Febbraio, giorno della Festa di San Biagio, come gesto scaramantico contro il mal di gola ed il raffreddore. Su questa usanza c’è anche un dialetto milanese “San Bias el benediss la gola ed el nas” ovvero “San Biagio benedice la gola ed il naso”.

Grazie per la lettura!

Fonti

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58 pensieri su “Alcune tradizioni del Natale

  1. Tengo in una modo esagerato alla tradizione del Natale, e non per i regali, neh! sicché nel corso degli anni ho scoperto che ogni Paese ha la sua leggenda sulla nascita dell’albero di Natale e su Babbo Natale e sui tradizionali piatti (dolci compresi). Questo tuo articolo ha arricchito il mio “sapere”. Bella fortuna averlo trovato grazie al pulsantone 😄

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